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Oficina Postal de Plaza Bologna
Il piano mussoliniano della "Roma Moderna" prevedeva una città policentrica e il decentramento di alcuni servizi. Vengono individuate quattro zone in cui realizzare i nuovi edifici postali: viale Mazzini,Via Taranto, via Marmorata, piazza Bologna. Contemporaneamente vengono banditi i rispettivi concorsi dal Ministero dei Trasporti e Comunicazioni. Sarà Mario Ridolfi ad aggiudicarsi nel 1932 la progettazione del Palazzo Postale di Piazza Bologna. L'edificio realizzato rivela molte difformità rispetto al progetto vincitore, ma senza dubbio rappresenta una delle opere più significative dell'architettura moderna romana.
L'edificio, col suo carattere unitario, e l'andamento sinuoso, introduce il linguaggio della modernità all'interno dell'Accademismo di regime. Una modernità più vicina alla sensibilità organica che al razionalismo tout court . Ne sono un esempio l'alternanza del motivo concavo-convesso dell'atrio, il movimento fluido della facciata sottolineato dalla pensilina in copertura e l'attenzione quasi maniacale verso i dettagli costruttivi e i materiali. Tutte anticipazioni, di una naturale vocazione verso un approccio progettuale che Vittorio Gregotti definì "l'aspirazione alla realtà", ovvero un'attenzione costante alle nozioni di storia e tradizione più che agli astratti diktat delle tendenze formali.